Retrograde? Medioevali? Anni 50?
Rispondiamo alle numerose polemiche attraverso la lettera aperta di una delle mamme organizzatrici della manifestazione.
"Eravamo in 5 organizzatrici sei anni fa, e senza sapere bene in che impresa ci stavamo cacciando, ci siamo inventate questa idea “medievale” di riportare la gente in piazza, farla uscire da dietro gli schermi di internet, per tornare a incontrarsi, a conoscersi, a scambiarsi idee, esperienze, consigli, per arricchirsi delle capacità, della creatività e dei talenti degli altri, ma soprattutto per tornare a guardarci negli occhi, ad ascoltarci, perdendo tempo insieme, passeggiando con calma, con lentezza, “annusandoci”, nella cornice bellissima dei chiostri di San Pietro.
Fossimo state Alpini inventavamo il raduno degli Alpini.
Fossimo state motociclisti organizzavamo un raduno di motociclisti.
Ma ci siamo incontrate e siamo diventate amiche in quella fase della vita in cui la maternità ti chiede tutte le energie che hai (veramente molte ma molte di più!), e abbiamo inventato Professione Mamma.
Oggi siamo 7 mamme con 43 figli.
Potevamo starcene chiuse in casa con lo scialletto sbiadito, i piatti da lavare e le lavatrici da caricare a mitraglia?
Ma anche no, perché ci piace complicarci la vita e lo facciamo con passione, divertendoci, con quell'energia che ci spinge a comunicare, a raccontarci, ad essere curiose, a incontrare altre mamme, con altri talenti, altre capacità, altre esperienze. Abbiamo bisogno di condivisione, di consigli, di supporto, di sapere che non siamo solo noi a sbagliare un sacco, ma proprio un sacco di cose.
E in 6 anni abbiamo conosciuto migliaia di mamme, e siamo tutte diventate più ricche, (no purtroppo, non di soldi) ma ognuna di quello che le altre ci hanno raccontato, mostrato, insegnato, trasmesso.
Abbiamo letto di terribili mostruosi stereotipi che si aggirano tra gli stand!
Ma valàvalà maperfavore, ma venite a conoscerci! Venite a passare un pomeriggio con noi!
Facciamo un po' di outing: abbiamo fatto lo stand di mamma chef. Forse questa mamma si dovrebbe vergognare perché pur lavorando in una clinica privata cucina in modo stratosferico? Perché è capace di cucinare crostate per un campeggio di 350 persone? Perché ha sfamato tutti gli invitati dei 18esimi e delle lauree di 3 dei suoi 4 figli esclusivamente con cose cucinate da lei? Perché ha capacità – da sola - equivalenti ad una azienda di catering? Ve la farei conoscere questa donna sottomessa, solo il pensiero mi fa rotolare dalle risate.
Ma ancora peggio: abbiamo fatto lo stand di mamma brico. Forse è una vergogna che questa mamma avvocato, con 6 figli, di cui 2 adottati e una in affido, che sta studiando (ancora?) per dirigente di servizi sociali, sia appassionata di bricolage e sia stata in grado di arredare tutta la sua nuova casa con mobili riciclati, peraltro venuti benissimo, e abbia il desiderio di trasmettere ad altri la sua passione? E anche io mi dovrei vergognare perché non vedevo l’ora di incontrarla ma purtroppo non verrà perché ci sono problemi con il rientro in famiglia della bimba che ha in affido?
Proseguiamo con l'outing, oggi vogliamo essere trasparenti: abbiamo fatto lo stand di mamma cucio e riciclo. Forse questa mamma si dovrebbe vergognare perché pur essendo professoressa di matematica e avendo 6 figli è appassionata di cucito ed è in grado di creare abiti di alta moda da improbabili residui di stoffa?
Ma forse si dovrebbe vergognare anche la mamma già nonna che lavora divinamente all’uncinetto e produce vere e proprie opere d’arte, che l’anno scorso ci ha contagiato con la sua passione, trasmettendo l’arte della pazienza, della lentezza, del creare le cose con le proprie mani? E che quest’anno torna con la sua collezione di 300 piante grasse?
E che dire della mamma che pur essendo cuoca in una scuola, mamma di 5 figli e nonna di 4, ha la passione dei saponi e dei detersivi ecologici e fatti in casa con ingredienti naturali e ha catalizzato l’attenzione di tutti quelli che hanno visitato il suo stand con la sua competenza ed entusiasmo, con il profumo dei suoi prodotti e con il suo desiderio di non inquinare questo nostro straordinario pianeta?
Quanto posso continuare? Ho tempo per raccontarle tutte, queste mamme?
Ma perché mi sento obbligata, parlando di loro, a dire che professione fanno, oltre alle loro passioni? Forse donne straordinarie dotate di talenti straordinari devono vergognarsi perché sono mamme che hanno scelto di non lavorare?
Devono vergognarsi perché sono piene di capacità, di creatività e trasudano gioia di vivere e di condividere?
Venite a conoscerla, una mamma di 11 figli, con i suoi studi in giurisprudenza, dotata di una energia, ironia, intelligenza e creatività straordinarie che una ne pensa e 100 ne fa, e per ognuna che ne fa ne ha già pensate altre 100. Ha più energia di una squadra di rugby, non ce la farete a starle dietro!
Ma non è che nel rincorrere in modo distorto l’abbattimento degli stereotipi alla fine si è arrivati agli stereotipi al contrario?
Per cui ci sono argomenti “tabù a prescindere” e non si può più parlare di cucina, cucito, casa, figli se si fa riferimento ad una mamma? Anche quando questa mamma ha talenti, passioni, capacità straordinarie che arricchiscono chi la incontra?
Quest’anno una giovane mamma insegnante ci ha chiesto di poter fare uno stand sui pannolini lavabili. Faceva differenza se non avessi detto che è una insegnante? Sarebbe scattata la reazione allo stereotipo?
Ossuvvia, venite a trovarci, per sabato è previsto bel tempo.
Dopo i tuoni e i fulmini uscirà il sole.
P.S.
Ci sono anche i papà, ovviamente. Abbiamo iniziato come mamme, ma poi ci è venuto naturale coinvolgere anche i papà, e il tandem sta andando alla grande, solo che siamo un po’ gelose del nome e per una volta stiamo perpetrando una discriminazione al contrario. Matupensa. Anvedi.
AP